“Figlia mia, tutto deve finire nella mia Volontà, e quando l’anima è giunta a questo ha fatto tutto; e se avesse fatto molto e non l’ha racchiuso nella mia Volontà, si può dire che ha fatto nulla, perché di tutto ciò che finisce nella mia Volontà io tengo conto, essendo solo in quella come impegnata la mia stessa vita, ed è giusto che come cosa mia ne tenga conto, anche delle più piccole cose e degli stessi nonnulli. Perché in ogni piccolo atto che la creatura fa unita con la mia Volontà, sento che prima lo prende da me e poi opera; sicché nel più piccolo atto va compresa tutta la mia santità, la mia potenza, sapienza, amore, e tutto ciò che sono. Onde sento in quell'atto, fatto unito con la mia Volontà, ripetere la mia vita, le mie opere, la mia parola, il mio pensiero, e via via. Quindi se le cose tue sono finite nella mia Volontà, che vorresti di più?
Tutte le cose hanno un solo punto finale: il sole ha un solo punto, che la sua luce invada tutta la terra; l’agricoltore semina, zappa, lavora la terra, soffre freddo e caldo, ma non è questo il suo punto finale, no, il suo punto è di raccogliere per farne suo alimento; e così di tant'altre cose, che molte sono, ma si risolvono dentro d’un punto solo e questo costituisce la vita dell’uomo. Così l’anima tutto deve far finire nel punto solo della mia Volontà, e questa costituirà la sua vita ed io ne farò mio cibo”.
(Libro di Cielo 11° Volume - 17 giugno 1915)