Mi sentivo tutta abbandonata nel Fiat Supremo, ma in mezzo alla santità d’un Volere sì santo mi sentivo imperfetta, cattiva, e pensavo tra me: “Come può essere che il mio amato Gesù mi dice che mi fa vivere dentro il suo Volere Divino, eppure mi sento così cattiva?” Ed il mio adorato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:
“Figlia mia, nella mia Volontà Divina non ci possono essere né imperfezioni né cattiverie. Essa tiene la virtù purificatrice e distruggitrice di tutti i mali; la sua luce purifica, il suo fuoco distrugge fin la radice del male, la sua santità santifica la creatura e l’abbellisce in modo che [la creatura] deve servirle a felicitarla ed a farle prendere tutte le sue delizie con chi vive nella Divina Volontà; né ammette a vivere nel mio Volere Divino creature che possono portare in loro imperfezioni, amarezze, sarebbero cose contro la sua natura, e perciò mai potrebbe ammetterle a vivere in essa.
Piuttosto ciò che tu dici sono impressioni di bruttezze, di imperfezioni, di cattiverie, e la mia Volontà se ne serve come sgabello o terra che si tiene sotto i piedi, che neppure guardandole, pensa a godersi la sua piccola figlia ed a metterle in grembo i suoi atti, le sue gioie, le sue ricchezze per renderla felice, onde poter godere della felicità di lei”.
(Libro di Cielo 23° Volume - 28 settembre 1927)