“Figlia mia, stendi le tue braccia insieme con me, nella mia Volontà, per riparare per tanti che stendono le loro opere nella volontà umana, la quale forma loro la rete di tutti i mali per precipitarli nell'eterno abisso, e per impedire che la mia giustizia si riversi su di loro per sfogare il suo giusto furore, perché quando la creatura si stende nella mia Volontà per operare e per patire, la mia giustizia si sente toccata dalla creatura con la potenza della mia Volontà e smette i suoi giusti rigori, e ne esce una vena divina che la creatura fa scorrere fra Dio e l’umana famiglia, per la quale la mia giustizia non può fare a meno d’aver riguardo verso la povera umanità.
Perciò, figlia mia, prega, soffri, opera nella mia Volontà, che solo questo può essere un argine a che la mia giustizia non scoppi con le sue folgori devastatrici per distruggere la terra.
Oh, se tu sapessi come è bello e dilettevole il vedere operare un’anima nella mia Volontà! Una immagine te la possono dare il padre mare e la madre terra, che sono così stretti e vincolati tra loro, che l’acqua non può stare senza la terra, e la terra sarebbe infeconda senza l’acqua; è come un connubio che passa tra di loro, che si può dire ‘padre’ il mare, e ‘madre’ la terra. Tale unione dovrebbe tenere l’anima con la mia Volontà”.
(Libro di Cielo 17° Volume - 9 agosto 1924)