“Figlia mia, ogniqualvolta l’anima entra nel mio Volere per pregare, operare ed altro, tante diverse tinte divine, una più bella dell’altra, riceve. Non vedi quanta varietà di colori e di bellezza contiene tutta la natura? Sono le ombre della varietà dei colori e bellezza che contiene la mia Divinità; ma donde le piante o i fiori acquistano la varietà dei colori? A chi diedi l’ufficio di colorire, con tante svariate tinte, tante diversità di piante? Al sole.
La sua luce ed il suo calore contengono fecondità e varietà di colori, da abbellire tutta la terra, e solo che la pianta si espone ai baci della sua luce, agli abbracci del suo calore, il fiore si schiude e, come restituendogli il bacio e l'abbraccio, riceve le sfumature delle tinte e forma il suo bel colorito.
Ora, l’anima che entra nella mia Volontà è simboleggiata dal fiore che si espone a ricevere il bacio e l’abbraccio del sole, per ricevere le varie tinte che il sole contiene, e col restituirli riceve le varie tinte della natura divina.
È proprio lei il fiore celeste, che il sole eterno, con l’alito della sua luce, ha colorito così bene da profumare cielo e terra e d’allietare con la sua bellezza la stessa Divinità e tutta la corte celeste. I raggi del mio Volere la svuotano di ciò che è umano e la riempiono di ciò che è divino; perciò si vede in lei la bella iride dei miei attributi. Perciò, figlia mia, entra spesso nel mio Volere, per ricevere le sfumature e le varie tinte della somiglianza del tuo Creatore”.
(Libro di Cielo 16° Volume - 30 luglio 1923)