Il benedetto Gesù non ci veniva ed io stavo pensando tra me qual fosse l’atto più bello ed accetto a Nostro Signore, che potesse più facilmente indurlo a farlo venire: il dolore delle proprie colpe o la rassegnazione? In questo mentre, quando appena è venuto e mi ha detto:
“Figlia, l’atto più bello e che più mi piace è l'abbandono nella mia Volontà, ma tanto da non ricordarsi che esista più il proprio essere, ma è tutto per l'anima il Divin Volere. Sebbene il dolore delle proprie colpe è buono e lodevole, ma non distrugge il proprio essere, ma l'abbandonarsi del tutto nella mia Volontà distrugge il proprio essere e riacquista l’Essere Divino. Quindi l’anima con l’abbandonarsi nella mia Volontà mi dà più onore, perché mi dà tutto quello che io posso esigere dalla creatura venendo a riacquistare in me ciò che da me era uscito, e l’anima viene a riacquistare ciò che solo dovrebbe riacquistare, cioè riacquistando Iddio con tutti i beni che possiede lo stesso Dio; solo che fino a tanto che l’anima sta del tutto nella Volontà di Dio riacquista Dio, e come esce da dentro la mia Volontà così riacquista l’essere proprio con tutti i mali della corrotta natura”.
(Libro di Cielo 8° Volume - 23 giugno 1907)