“Figlia mia, se la terra non fosse movibile e montuosa, ma fissa e tutta una pianura, godrebbe di più del beneficio del sole: per tutta la terra sarebbe sempre pieno giorno, il calore uguale in tutti i punti, quindi fruttificherebbe di più. Ma siccome è movibile e formata di alture e di profondità, non riceve ugualmente la luce e il calore del sole, ed ora resta un punto allo scuro ed ora un altro; altri punti poco ricevono la luce del sole, molti terreni si rendono sterili perché i monti con le loro altezze impediscono che la luce e il calore del sole penetrino nella loro profondità. E quanti e quanti altri inconvenienti!
Ora figlia mia, ti dico che la terra è immagine di chi non vive nel mio Volere: gli atti umani rendono l'anima movibile, le debolezze, le passioni, i difetti formano le montagne, i luoghi sprofondati dove si formano covili di vizi; sicché la movibilità delle anime cagiona loro oscurità, freddo, e se qualche poco di luce godono è ad intervalli, perché si fanno contro a questa luce i monti delle loro passioni. Quanta miseria per chi non vive nel mio Volere! Invece per chi vive nella mia Volontà, il mio Volere la rende fissa e le spiana tutte le montagne delle passioni, in modo da renderla tutta una pianura, e il sole del mio Volere la dardeggia come vuole e non c’è ripostiglio dove non splenda la sua luce. Che meraviglia se l’anima si farà più santa in un giorno che vive nel mio Volere, che in cento anni fuori della mia Volontà?”
(Libro di Cielo 12° Volume - 12 marzo 1919)
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