“Figlia mia, come tu ringrazi me, io ringrazio te che ti sei prestata a ricevere le mie lezioni ed a fare il sacrifizio di scrivere sotto la mia dettatura. Era la mia Volontà Divina che faceva scorrere, mentre tu scrivevi, la viva virtù del suo palpito ardente, eterno e vivificante, che imprimevo nei tuoi caratteri. Perciò tu rileggendoli ne senti la rinnovazione tutta celeste in essi impressa. Oh, come riuscirà difficile a chi leggerà questi scritti di non sentire la vita palpitante del mio Volere e di non scuotersi alla virtù del suo palpito vivificante dal letargo in cui si trovano!
Questi scritti sul mio Supremo Fiat, che colla forza della sua luce eclisserà l’umana volontà, saranno balsamo alle umane ferite, saranno oppio a tutto ciò ch'è terra, le passioni si sentiranno morire, e dalla morte di esse risorgerà la vita del cielo in mezzo alle creature; saranno il vero esercito celeste, che mentre metteranno in stato d’assedio l’umana volontà e tutti i mali da essa prodotti, faranno risorgere la pace, la felicità perduta, la vita della mia Volontà in mezzo alle creature. L’assedio che metteranno non farà danno a nessuno, perché la mia Volontà è di mettere in stato d’assedio l’umano volere, affinché non più tiranneggia le povere creature, ma le lascia libere nel Regno della mia Volontà.
Perciò ho tanto insistito ed insisto nel farti scrivere, ti ho tenuta in croce, ti ho sacrificata; era necessario, si trattava della cosa più importante, era l’eco del cielo, la vita di lassù che voglio formare sulla terra. Ecco la causa del mio continuo ritornello: ‘Sii attenta, non omettere nulla, ed il tuo volo nella mia Volontà sia continuo’”.
(Libro di Cielo 23° Volume - 29 gennaio 1928)