“Vita mia, non me l’aspettavo da te. Tu che pareva che né potevi né sapevi stare senza di me, ed ora, ore ed ore, e qualche volta pare che vuoi far passare anche il giorno. Gesù, non me lo fare, come ti sei cambiato!”, Gesù mi sorprende e mi dice:
“Chetati, chetati. Non mi sono cambiato, io sono immutabile. Anzi ti dico che quando mi comunico all'anima, l’ho tenuta stretta con me, le ho parlato, ho sfogato il mio amore, questo non viene mai spezzato tra l’anima e me; al più cambio il modo, ora in un modo ora in un altro, ma sempre vo inventando come parlarle e sfogarmi con essa in amore. E non vedi tu stessa [che] se non ti ho detto nulla al mattino sto quasi aspettando la sera per dirti una parola?
E quando leggono le applicazioni della mia passione, stando in te io mi riverso sull'orlo dell’anima tua e ti parlo delle mie cose più intime, che fin’ora non avevo manifestato, e come l'anima deve seguirmi in quel mio operato; quelle applicazioni saranno lo specchio della mia vita interna, e chi in essa si specchierà, ricopierà in sé la mia stessa vita. Oh, come rivelano il mio amore, la sete delle anime! ed in ciascuna fibra del mio cuore, in ogni mio respiro, pensiero, ecc.!
Quindi io ti parlo più che mai, ma appena finisco mi nascondo, e tu non vedendomi mi dici che mi sono cambiato. Anzi ti dico [che], quando non vuoi ripetere con la tua voce ciò che ti dico nel tuo interno, tu inceppi il mio sfogo d’amore”.
(Libro di Cielo 12° Volume - 9 giugno 1912)