“Figlia mia, come Adamo peccò, Dio gli fece promessa del futuro Redentore; passarono secoli, ma la promessa non venne meno e le generazioni ebbero il bene della redenzione. Ora come venni dal cielo e formai il Regno della Redenzione, prima di partire al cielo feci un’altra promessa più solenne del Regno della mia Volontà, e questa fu nel Pater Noster, e per darle più valore e per ottenerlo più subito, la feci questa promessa formale nella solennità della mia preghiera, pregando il Padre che facesse venire il suo regno e la Volontà Divina come in cielo così in terra. Mi misi io a capo di questa preghiera, conoscendo che tale era la sua Volontà e che pregato da me non mi avrebbe nulla negato, molto più che colla sua stessa Volontà io pregavo e chiedevo una cosa dal mio stesso Padre voluta. E dopo averla formata questa preghiera innanzi al mio Padre celeste, sicuro che mi veniva accordato il Regno della mia Volontà Divina sulla terra, l’insegnai ai miei apostoli, affinché l’avessero insegnata a tutto il mondo, perché uno fosse il grido di tutti: ‘Sia fatta la Volontà tua, come in cielo così in terra’. Promessa più certa e solenne non potrei fare; i secoli per noi sono come un punto solo, e le nostre parole sono atti e fatti compiuti.
Il mio stesso pregare al Padre celeste: ‘Venga, venga il regno tuo, sia fatta la Volontà tua come in cielo così in terra’, significava che colla mia venuta sulla terra il Regno della mia Volontà non veniva stabilito in mezzo alle creature, altrimenti avrei detto: ‘Padre mio, il regno nostro che già ho stabilito sulla terra sia confermato e la nostra Volontà domini e regni’. Invece dissi: ‘Venga’, ciò significava che deve venire e le creature devono aspettarlo con quella certezza con cui aspettarono il futuro Redentore, perché c’è la mia Volontà Divina legata e compromessa in quelle parole del Pater Noster, e quando essa si lega, è più che certo ciò che promette. Molto più che il tutto fu da me preparato, non ci voleva altro che le manifestazioni del regno mio, e lo sto facendo. Credi tu che le tante verità che ti sto manifestando sul mio Fiat sia per darti una semplice notizia? No, no, è perché voglio che tutti conoscano che il suo regno è vicino e che ne conoscano le sue belle prerogative, affinché tutti amino, sospirino d’entrare a vivere in un regno sì santo, pieno di felicità e di tutti i beni. Quindi ciò che a te sembra difficile, alla potenza del nostro Fiat è facile, perché esso sa smuovere tutte le difficoltà e conquidere tutto come vuole e quando vuole”.