“Ah, figlia mia, non uscire dal mio Volere, ché uscendo da dentro il mio Volere vieni a perdere la mia conoscenza, e non conoscendo me vieni a perdere la conoscenza di te stessa; perché allora si distingue con chiarezza se c’è oro o fango, ai riverberi della luce; che se tutto è tenebre facilmente si possono scambiare gli oggetti.
Ora luce è il mio Volere, che dandoti la mia conoscenza, ai riverberi di questa luce vieni a conoscere chi sei tu, e vedendo la tua debolezza, il tuo puro nulla, ti attacchi alle mie braccia ed unita col mio Volere vivi con me nel cielo.
Ma se tu vuoi uscire dal mio Volere, [la] prima che verrai a perdere [è] la vera umiltà e poi verrai a vivere sulla terra, e sarai costretta a sentire il peso terreno, a gemere e sospirare come tutti gli altri sventurati che vivono fuori della mia Volontà”.
(Libro di Cielo 4° Volume - 11 novembre 1900)