“La Celeste creatura si mantenne sempre piccola, tanto che non scendeva mai dalle nostre braccia; prese a petto suo la nostra difesa, ricambiò tutti gli atti dolenti del supremo Volere, e non solo stava lei tutta in ordine alla nostra Volontà, ma fece suoi tutti gli atti delle creature, ed assorbendo in sé tutta la nostra Volontà respinta da esse, la riparò, la amò, e tenendola come a deposito nel suo cuore verginale preparò il cibo della nostra Volontà a tutte le creature.
Vedi dunque con quale cibo alimenta i suoi figli questa Madre amantissima? Le costò tutta la sua vita, pene inaudite, e la stessa vita del Figlio suo, per fare in lei il deposito abbondante di questo cibo della mia Volontà, per tenerlo pronto per alimentare tutti i suoi figli, qual Madre tenera ed amorosa. Lei non poteva amare di più i suoi figli; col dar loro questo cibo, il suo amore era giunto all'ultimo grado. Sicché fra tanti titoli che ella tiene, il più bel titolo che a lei si potrebbe dare è quello di Madre e Regina della Divina Volontà.
Ora, figlia mia, se ciò fece la mia Mamma per l’opera della redenzione, anche tu lo devi fare per l’opera del Fiat Voluntas tua. La tua volontà non deve aver vita in te; e facendo tuoi tutti gli atti della mia Volontà in ciascuna creatura, li deporrai in te e, mentre a nome di tutte contraccambierai la mia Volontà, formerai in te tutto il cibo necessario per alimentare tutte le generazioni col cibo della mia Volontà. Ogni detto, ogni effetto, ogni conoscenza in più di Essa, sarà un gusto di più che troveranno in questo cibo, in modo che con avidità lo mangeranno”.
(Libro di Cielo 16° Volume - 24 novembre 1923)