Ricordo che un giorno il mio amabile Gesù mi disse:
“Figlia mia, io sono il centro e tutta la creazione riceve vita da questo centro. Sicché io sono vita d’ogni pensiero, d’ogni parola, d’ogni azione, di tutto, e le creature se ne servono di questa vita che do loro per prendere occasione d’offendermi; io do vita, e se potessero mi darebbero morte”.
Ricordo pure che pregandolo che risparmiasse i flagelli, mi disse:
“Figlia, credi tu che son’io che voglio flagellare gli uomini? Ah, no! Anzi è tanto l’amore, che tutta la mia vita la consumai nel rifare ciò che era obbligato [a fare] l’uomo alla Maestà Suprema; e siccome i miei atti erano divini, li moltiplicai in tanti, da rifare per tutti e per ciascuno, in modo da riempire Cielo e terra, da mettere a difesa l’uomo per fare che la giustizia non potesse colpirlo; ma l’uomo col peccato rompe questa difesa, e rotta la difesa i flagelli colpiscono l’uomo”.
Ma chi può dire tutte le piccole cose che mi ha detto? Onde questa mattina io pregavo e mi lamentavo con Gesù che non mi esaudiva, specie che non finisce di castigare, e gli dicevo: “A che pro pregare se non volete esaudirmi? Anzi dite che i mali peggioreranno”.
E lui: “Figlia mia, il bene è sempre bene; anzi devi sapere che ogni preghiera, ogni riparazione, ogni atto d’amore, qualunque cosa santa che fa la creatura, è un paradiso di più che si acquista. Sicché l’atto più semplice, santo, sarà un paradiso di più; un atto di meno, un paradiso di meno; perché ogni atto buono viene da Dio, e quindi l’anima in ogni atto buono prende Dio. Siccome Dio contiene gaudi infiniti, innumerevoli, eterni, immensi, tanti che gli stessi beati per tutta l’eternità non giungeranno a gustarli tutti, quindi non è maraviglia che ogni atto buono, prendendo Dio, Dio resta come compromesso di sostituirli in altrettanti contenti.
Onde se l’anima soffre anche le distrazioni per amor mio, in Cielo l’intelligenza avrà più luce e gusterà tanti paradisi di più per quante volte ha sacrificato la sua intelligenza, e tanto più comprenderà di più Iddio. Se per amor mio soffre la freddezza, tanti paradisi gusterà della varietà dei contenti che ci sono nel mio amore; se l’oscurità, tanti contenti di più nella mia luce inaccessibile, e così di tutto il resto. Ecco che significa una prece in più o in meno”.