“Figlia mia, or tu devi sapere che io nel venire sulla terra venni a manifestare la mia dottrina celeste, a far conoscere la mia umanità, la mia patria e l’ordine che la creatura doveva tenere per raggiungere il cielo, in una parola il Vangelo; ma della mia Volontà quasi nulla o pochissimo dissi, quasi la sorvolai facendo solo capire che la cosa che più m’importava era la Volontà del Padre mio. Dei suoi pregi, della sua altezza e grandezza, dei grandi beni che la creatura riceve col vivere nel mio Volere, quasi nulla dissi, perché la creatura, essendo troppo bambina nelle cose celesti, non avrebbe capito nulla; solo le insegnai a pregare: Fiat Voluntas tua, sicut in cælo et in terra, affinché si disponesse a conoscere questa mia Volontà per amarla e farla, e quindi ricevere i beni che essa contiene.
Ora ciò che dovevo fare allora, gli insegnamenti che dovevo dare a tutti sulla mia Volontà li ho dati a te; sicché il farli conoscere non è altro che supplire a ciò che dovevo fare io stando in terra, come compimento della mia venuta. Quindi non vuoi tu che compisca lo scopo della mia venuta sulla terra? Perciò lascia fare a me; io vigilerò tutto e disporrò tutto, e tu seguimi e statti in pace”.
(Libro di Cielo 13° Volume - 2 giugno 1921)