“Figlia mia, io non guardo tanto ai sacrifizi, ma all'amore con cui si fanno ed all'unione che hanno con me; sicché quanto più l’anima è unita con me, tanto calcolo di più faccio dei suoi sacrifizi.
Sicché se l’anima è più strettamente unita con me, [per] i più piccoli sacrifizi io faccio dei calcoli grandi, perché nell'unione c’è il calcolo dell’amore ed il calcolo dell’amore è calcolo eterno che non ha termine né confine; mentre l’anima che si può sacrificare assai e non è unita con me, io guardo il suo sacrifizio come di persona estranea, e le do la mercede che merita, cioè limitata”.
(Libro di Cielo 9° Volume - 17 ottobre 1910)