“Figlia mia, sento il tuo alito e ne sento refrigerio; e non solo quando mi sto vicino a te il tuo alito mi reca refrigerio, ma anche quando gli altri parlano di te e delle cose dette da te per loro bene, sento per mezzo loro il tuo alito e me ne compiaccio, e il mio refrigerio si replica e dico: ‘Anche per mezzo degli altri la mia figlia mi manda il suo refrigerio, perché se non fosse stata attenta ad ascoltarmi, mai avrebbe potuto fare il bene agli altri; quindi è sempre lei che mi manda questo bene’. Perciò ti voglio più bene e mi sento spinto a venire a conversare con te”.
Poi ha soggiunto: “Il vero amore deve essere solo, invece quando è appoggiato a qualche altro, fosse anche santo, a persona spirituale, mi nausea, ed invece di contento ne provo amarezza e fastidio; perché l’amore, solo quando è solo mi dà padronanza e posso fare quello che voglio dell’anima, ed è della natura del vero amore; invece quando non è solo, una cosa si può fare, l’altra no, è una padronanza impicciata che non vi dà piena libertà, quindi l’amore si trova a disagio e ristretto”.
(Libro di Cielo 11° Volume - 19 luglio 1912)